martedì 20 dicembre 2011

Non c'è solo la Beltrame. Purtroppo in Valdarno la crisi colpisce anche altri.

Riceviamo e pubblichiamo l'interrogazione consiliare posta al sindaco Francesco Maria Grasso dal consigliere socialista Fabio Camiciottoli nella seduta del 30 novembre 2011

Signor Sindaco, credo sia a conoscenza che un'importante ditta calzaturiera della nostra città, che in passato ha dato lavoro a molti nostri concittadini, ha di fatto messo in mobilità, a causa di una ristrutturazione aziendale, circa una ventina di unità lavorative su un totale di circa cinquanta. Da fonti non ufficiali, sembrerebbe che tale ristrutturazione preveda, tra l'altro, la delocalizzazione di parte del ciclo produttivo. E questa non è che l’ultima di una serie analoga di disimpegni, delocalizzazioni e licenziamenti. In questi ultimi giorni, giustamente, tutta la classe politica locale, compreso molti di noi che siedono nei banchi di questo Consiglio, ha speso parole e profuso il suo impegno a tutela dei lavoratori dello storico stabilimento di San Giovanni V.no. La mobilitazione di tutti noi non è stata solo ed unicamente per difendere i 40 lavoratori (e le loro famiglie) impiegati all'interno dell'azienda, ma anche a tutela del nostro patrimonio socio-economico rispetto ad azioni volte alla delocalizzazione degli impianti produttivi che impoveriscono, in termini di manodopera specializzata, il nostro territorio.Purtroppo, sia da parte dei Sindacati che delle Istituzioni della nostra città e, in modo particolare da Lei, non vi è stato, rispetto ai nostri venti concittadini posti in mobilità un'azione volta a tutelare i lavoratori. Cosa ancora più preoccupante, la mancanza di un'iniziativa politica per favorire condizioni che diminuiscano questa emorragia di posti di lavoro, causata dalla delocalizzazione dei cicli produttivi verso luoghi dove il costo della manodopera è minore.Credo che noi, che veniamo da partiti che si rifanno ai valori della sinistra, dovremmo avere l'obbligo morale, di fronte a fatti del genere, di mobilitarsi, costantemente e non ad intermittenza, per trovare soluzioni il più possibile strutturali.Penso che quello che sta avvenendo presso l’azienda in questione (ma non solo) sia per il nostro territorio una perdita importante. Una perdita perché, in una terra di eccellenze produttive nel campo del manifatturiero, con particolare riferimento al settore legato alla produzione di scarpe, si priva il territorio di manodopera qualificata e specializzata per produzioni di qualità.Certamente occorre non criminalizzare l'imprenditore perché, il difficile momento economico che stiamo attraversando da un lato ed il costo della manodopera dall'altro, non favoriscono certo le attività produttive. Occorre invece che la classe politica si interroghi e metta in campo, anche a livello locale, ogni azione affinché si possano reperire risorse per supportare lo sviluppo tecnologico delle nostre aziende e per renderle più competitive nel mercato. In alternativa, è necessario cercare soluzioni condivise con lavoratori ed imprenditori che soddisfino le esigenze di entrambi ovvero, per esempio: attraverso corsi di aggiornamento e riqualificazione; procedure di ricollocazione e riqualificazione sul mercato; meccanismi di incentivazione alle imprese che operano nei settori di mercato più attivi, sostenendone l'attività o favorendone l’insediamento.Torna quindi di attualità la mia interrogazione sulla Fondazione Masaccio, volta a riflettere se tale Ente potesse essere un reale strumento per favorire lo sviluppo economico della nostra realtà. Ma anche la funzione svolta da Valdarno Sviluppo, il cui nome sarebbe già l'obiettivo.

CHIEDO AL SINDACO E ALLA GIUNTA DI MONTEVARCHI
(con risposta scritta)

se era a conoscenza di tale situazione e quali azioni ha perseguito o intenda perseguire per tutelare quei lavoratori coinvolti nella mobilità. Si chiede altresì se intende attivarsi presso Enti Superiori e quali strategie vorrebbe perseguire per contenere la delocalizzazione dal nostro territorio di impianti produttivi che provocano un inesorabile impoverimento di manodopera specializzata.Si invita quindi il sindaco ad aprire in Valdarno un dibattito, così da poter individuare le azioni da mettere in campo e facendo in modo che, le poche risorse destinate al territorio nel campo della formazione e dello sviluppo, possano essere impiegate proficuamente per facilitare un reale sviluppo.

Fabio Camiciottoli
Capogruppo "Democratici e Progressisti"