martedì 4 dicembre 2012

Le primarie del centrosinistra e il rinnovamento necessario


Le primarie del centrosinistra hanno visto confrontarsi due leader portatori di due diverse visioni della politica e delle cose da fare. Ha prevalso Pierluigi Bersani e toccherà a lui costruire una coalizione coesa che possa aspirare alla guida dell’Italia e, soprattutto, dispieghi coerentemente politiche di governo all’altezza della difficoltà della situazione.
A Montevarchi, in Valdarno e in Toscana, il popolo del centrosinistra ha scelto Matteo Renzi nonostante la quasi totalità dei dirigenti e degli eletti nelle istituzioni del Partito Democratico appoggiasse la candidatura di Bersani. Il segnale è chiaro ed inequivocabile: la Toscana chiede il deciso mutamento delle linee e delle azioni di governo. Amministrazione regionale ed amministrazioni locali, in attesa di vedere come andrà a finire quel pasticciaccio dell’accorpamento delle Province e della loro trasformazione in enti di secondo livello, devono  compiere velocemente un salto di qualità, scegliere delle priorità, perseguire obbiettivi di buona amministrazione e d’investimento per il futuro. Configurare il tema del rinnovamento necessario alla esclusiva questione generazionale (pur degna d’attenzione) è contemporaneamente limitato ed insufficiente, non rispondente al dibattito che, durante le primarie, si è sviluppato nella coalizione.
Rinnovamento significa oggi, anzitutto, restituire alla politica la sua dignità che coincide, in larga parte, con la capacità di scegliere e governare, ispirandosi ai valori, una fase di cambiamento che mina alla radice quanto, in termini di benessere e opportunità, i cittadini hanno goduto nei decenni passati. Significa liberarsi da visioni arcaiche e ideologiche, per prendere atto della realtà e disporre azioni capaci di contrastare le dilaganti diseguaglianze senza affidarsi alla carità, la destrutturazione dei sistemi produttivi locali e la disoccupazione. Significa fare la vera spending review ai bilanci degli enti locali, valutando la qualità dei servizi e, se necessario, la loro profonda modificazione.
Il messaggio del rinnovamento implica l’applicazione dei principi di trasparenza con la contemporanea garanzia di terzietà della pubblica amministrazione, della quale va garantita l’efficienza e nella quale occorre introdurre il concetto della valutazione e il principio del merito.
Noi chiederemo ai sindaci e alle giunte del Valdarno, di mettere online bilanci e documenti contabili dei comuni e delle società partecipate al fine di uscire dalla retorica e dare concretezza al concetto di trasparenza. Chiederemo loro di uscire allo scoperto sul tema della semplificazione delle procedure amministrative e di dare un segnale chiaro in merito all’obbiettivo di fare del Valdarno una piattaforma unica con rete sanitaria, sociale e formativa all’altezza, con un unico regolamento urbanistico, un piano dei trasporti efficace, sistemi fiscali e tributari omogenei, un’unica strategia per attrarre investimenti e lavoro.
Se nel centrosinistra il messaggio delle primarie è stato recepito, se il Partito Democratico che governa in tutti i Comuni non vuole dare una lettura superficiale e di comodo del rinnovamento, questi sono i temi da iscrivere nell’agenda politica e amministrativa. Il futuro si costruisce oggi.

La segreteria di sezione

martedì 3 luglio 2012

Lettera aperta ai cittadini, alla maggioranza di Palazzo Varchi, al Sindaco pro-tempore

Dal Gruppo Consiliare Democratici e Progressisti.

Se a Montevarchi c’è qualcuno che umilia la città, il Consiglio comunale e le istituzioni, il Sindaco pro-tempore F.M. Grasso lo può individuare facilmente guardandosi allo specchio e confrontandosi con se stesso.

Nessuna visione del futuro della città, una serie scombinata di atti amministrativi a volte contraddittori, a volte con legittimità problematica, furbate quali le delibere relative al Cimitero del capoluogo quando, senza averne diritto, pretendeva di saccheggiare dalle tasche dei cittadini un milione di euro. E poi, mozioni del Consiglio comunale disattese e lasciate all'oblio – a partire da quelle sulla trasparenza amministrativa -, atti fondamentali quali quelli concernenti le aliquote IMU non portate al dibattito pubblico, dribbling insistiti rispetto alle vicende delle società partecipate a partire dalla Farmacia comunale che sembra ormai ridotta a
una “novella dello stento”. Ancora: aumento generalizzato di ogni forma di tributo o tassa e incapacità totale di affrontare la razionalizzazione della spesa e la messa in efficienza della macchina burocratica. A un anno circa dal suo insediamento il Sindaco pro-tempore Grasso ha mostrato, oltre ogni ragionevole dubbio, la sua
insufficienza e inadeguatezza. E per carità di patria, conviene tacere sulle mirabolanti promesse fatte in campagna elettorale a fronte del nulla realizzato a oggi.

Ci verrebbe da notare e da fargli notare, peraltro, che la sua maggioranza conta il 60% dei seggi, ed è autosufficiente. Se venerdì scorso è mancato il numero legale, il Sindaco pro-tempore guardi prima in casa propria. Non è difficile, si tratta di semplice aritmetica e se s’impegna può farcela.

Quanto all’amare la città non accettiamo lezioni da chi non fa niente per contrastarne il declino se non organizzare continuamente inaugurazione di mezze opere, quarti d’opera o finte opere, magari ringraziando platealmente chi per cedere terreni ha avuto giustamente il corrispettivo in capacità edificatoria che un domani potrà trasformarsi in denaro sonante. Montevarchi ha bisogno e si merita ben altro del’ipocrisia e del “tutto va bene” grassiano.

Della consigliera Caporaso e della sua ormai lunga telenovela abbiamo già scritto e non ci interessa tornarci sopra. Troviamo singolare che il Sindaco, nelle parole pronunciate a caldo venerdì, auspicasse la presentazione di una mozione di sfiducia da parte delle minoranze consiliari. Può fargliela lui, l’IDV o il PD stesso visto che si è pronunciato per il “passo indietro”. Noi valuteremo sul momento cosa votare.

Al PD, all’Italia dei Valori, agli altri consiglieri e gruppi della maggioranza di Palazzo Varchi ci sentiamo di porre una semplice domanda: quanto, in una situazione difficile come quella che i cittadini e le famiglie stanno vivendo, è possibile sopportare l’inconsistenza dell’amministrazione, quel continuo giocare “alle tre carte” che la caratterizza, prima di chiederne politicamente conto? Noi, per parte nostra, siamo disponibili a un confronto sereno e produttivo sulle regole da seguire e le cose da fare per il bene della città.

venerdì 29 giugno 2012

Un gesto estremo per far riflettere. Le motivazioni.

Dal Gruppo Consiliare Democratici e Progressisti.

Dal sito dei Democratici e Progressisti...

Scegliere di disertare la seduta del Consiglio Comunale è un atto estremo che abbiamo deciso, a malincuore, di attuare come forma silenziosa di protesta e con la speranza di mettere la maggioranza consiliare di fronte alle proprie responsabilità.
La vicenda che riguarda l’attuale Vice presidente del Consiglio altro non è che l’ulteriore prova della confusione che alberga nel Partito Democratico di Montevarchi, nel suo gruppo consiliare, nella maggioranza di Palazzo Varchi. Le affermazioni che Sara Caporaso ha fatto sui dipendenti pubblici erano sicuramente fuori luogo, generiche e screditanti un’intera categoria di lavoratori, tali da meritare il passo indietro dalla carica istituzionale che riveste. Sara Caporaso non ha mostrato di avere la giusta sensibilità e da svariati giorni stiamo assistendo ad un balletto che ha coinvolto l’IDV, il PD e anche la CGIL che ha dimostrato di avere un interesse intermittente per la dignità dei lavoratori pubblici: acuto nel caso in questione, meno partecipe nel caso dei dipendenti della Farmacia Comunale. Comunque sia, aspettiamo di vedere come finirà l’ennesima telenovelas che coinvolge l’amministrazione e la maggioranza che governa la città, con la speranza sempre viva che prima o poi vengano ristabilite regole certe e si possa, poi, dibattere sulle scelte da fare in una situazione che, per i cittadini e le famiglie, è sempre più difficile.

La questione Caporaso – una consigliera giovane e inesperta, poco portata all’idea di imparare, molto a quella di sentenziare – rivela comunque un tratto fondamentale dell’amministrazione cittadina. Scarso o nullo rispetto per il Consiglio comunale, atti di governo confezionati senza logica e sovente con dubbia regolarità (Cimitero docet), tendenza a dimenticare gli impegni presi (atti di trasparenza, elenco delle aziende da invitare alle gare, ecc. ecc.), incapacità di concepire azioni di largo respiro per il futuro della città. Un’amministrazione che si sta distinguendo per l’ossessiva ricerca di soldi mettendo sempre più le mani nelle tasche dei cittadini e delle aziende (la tassa di soggiorno è solo l’ultimo esempio) ma non affrontando mai il tema dei risparmi possibili e della messa in efficienza della macchina comunale.

La scelta di disertare la seduta del Consiglio comunale è, quindi, la nostra risposta di oggi all’insoddisfazione profonda che proviamo e che, con noi, provano i cittadini. Ed è anche il richiamo ai partiti e ai gruppi consiliari che sorreggono la Giunta Grasso a dimostrare di avere a cuore le sorti della città dando seguito a quanto, ancora timidamente, lasciano trasparire nei giornali e nell’informazione.

Siamo convinti che in quei partiti e in quei gruppi molte delle nostre preoccupazioni sono avvertite. Si tratta, oggi, di compiere, ognuno nel proprio campo, atti conseguenti e ristabilire un clima positivo di dibattito e di azioni.

Il Gruppo Consiliare

martedì 20 marzo 2012

CONCESSIONI CIMITERIALI: LA DOMANDA SORGE SPONTANEA

Dai Gruppi Consiliari Democratici e Progressisti e Prima Montevarchi.

A seguito della nostra pressante azione politica, sostenuta da moltissimi cittadini e fondata su inequivocabili elementi di supporto giuridico-amministrativo, nell'ultima seduta del Consiglio Comunale è stata, come noto, votata una risoluzione che impegna Sindaco e Giunta alla revoca in autotutela della delibera del 19 gennaio sulle concessioni cimiteriali perpetue.

Leggendo però quanto contenuto nella delibera assunta dalla Giunta in data 15 marzo per dare corso alla risoluzione stessa, viene da chiedersi se quella fu una seduta consiliare oppure la rappresentazione teatrale della commedia di Plauto, Menaechmi, dove due gemelli, di straordinaria somiglianza, danno vita ad un susseguirsi di situazioni confusionali, anche comiche, tanto da far considerare l’opera come il prototipo della commedia degli equivoci.

Si legge, infatti, nella delibera di Giunta, presunta attuativa degli indirizzi consiliari:“… ritenuto opportuno ricorrere oggi, per motivi prudenziali, ad una più approfondita verifica delle modalità di accertamento di tali quote sia in termini quantitativi che qualitativi …”. Eh no, caro Sindaco! Il Consiglio Comunale è stato chiarissimo e alla seduta c’era Lei, ne siamo certi, non un suo gemello, ed è stato proprio Lei che ha votato, insieme a tutti i Consiglieri, questo inequivocabile documento:

Le parole “REVOCA IN AUTOTUTELA” non lasciano spazio a fraintendimenti di sorta!

Altro che motivi prudenziali, i motivi sono di legittimità! Altro che ”approfondita verifica delle modalità di accertamento di tali quote sia in termini quantitativi che qualitativi”, il richiederne il pagamento ai titolari e/o aventi causa delle concessioni cimiteriali perpetue è ILLEGITTIMO!

Inutile ogni conseguente escamotage giuridico-lessicale per tentare di tenere aperta una questione in termini che il Consiglio Comunale, con F.M. Grasso in testa, ha dichiarato morta e sepolta … tanto per restare in tema.

E ci duole molto continuare a registrare l’assordante silenzio del Presidente del Consiglio Comunale che non ha battuto ciglio di fronte alla mancata pedissequa traduzione in atti da parte della Giunta degli indirizzi di Consiglio. Sono già trascorsi oltre 15 giorni, infatti, dalla data della risoluzione consiliare e nessuno ha provveduto a convocare la competente commissione secondo quanto stabilito al punto 2) della risoluzione di cui sopra.

Evidentemente c’è chi vuol spingere fino in fondo sul pedale dell’equivoco ma noi non lo permetteremo. Forse non è pure peregrino ipotizzare che il Sindaco, o chi per esso, stia già battendo quel percorso che aveva ipotizzato (parere della Corte dei Conti?) nel tentativo di uscirne in qualche modo.

Inoltre registriamo che Sindaco e Giunta continuano a sostenere demagogicamente come non sia giusto gravare sulla fiscalità generale per la ristrutturazione della parte monumentale del cimitero.

Demagogico tentativo alla “io speriamo che me la cavo”.

I titolari delle concessioni cimiteriali perpetue (aggettivo non scelto a caso) hanno già pagato quanto dovuto al Comune. Perché, allora, non si fa pagare il 100% del costo del servizio solo a coloro che hanno i figli all’asilo nido, invece, di coprire i costi con il ricorso alla fiscalità generale? Perché non si fa pagare con quest’ultima il sale che viene sparso, in caso di ghiaccio, sulle strade di collina, anziché ai soli residenti in questo ambito?

F.M. Grasso, come il Signor Bonaventura, è alla spasmodica ricerca del milione per intervenire sul cimitero? Cerchi nella nuova biblioteca e vedrà che lo troverà!

A questo punto, però, poniamo fine noi a questa stucchevole commedia, lo facciamo inviando tutti gli atti alla Corte dei Conti già da domani, chiedendo che la magistratura contabile accerti a chi vanno imputate le spese, tutte, che il Comune ha dovuto fin qui sostenere per dare seguito ad atti palesemente illegittimi.

mercoledì 14 marzo 2012

CIMITERO, APPLICARE GLI INDIRIZZI DEL CONSIGLIO COMUNALE



Dai Gruppi Consiliari Democratici e Progressisti e Prima Montevarchi.

Registriamo che F.M. Grasso, con un comunicato emesso nella giornata di ieri, ha dato notizia di aver sospeso le procedure relative al progetto, disposto l’abrogazione della delibera del 19 gennaio ed il rimando ad ogni successiva determinazione alla risposta che la Corte dei Conti darà al quesito sulla tematica che gli verrà proposto.
Detto, ma non solo per inciso, che ad oggi non vediamo pubblicato alcun atto di revoca della succitata delibera, occorre precisare che dovrà essere la competente Commissione (domani, peraltro, scadono i 15 giorni fissati per la sua convocazione) ad assumere ogni successiva determinazione in ordine all’iter procedimentale da seguirsi, ciò in pedissequa applicazione degli indirizzi impartiti dal Consiglio Comunale, votati all’unanimità e, quindi, anche da F.M. Grasso. (Cogliamo anche l’occasione per invitare il presidente del Consiglio comunale e gli altri presidenti dei Gruppi consiliari ad unirsi a noi nel pretendere il rispetto del ruolo e delle deliberazioni dell’assemblea cittadina)
Ci lasciano, conseguentemente, perplessi alcuni passaggi del comunicato del sindaco che paiono avere un sapore subliminale.
La questione è chiara: non è possibile addebitare ai titolari o aventi causa delle concessioni cimiteriali perpetue, loculi e/o ossarini,costi diversi da quelli della pura manutenzione della propria lapide o del proprio spazio, stop!
Tanto inutile, quindi, quanto politicamente puerile, affermare che sia necessario un approfondimento circa la determinazione di quale sia la manutenzione ordinaria e quale quella ordinaria e a chi spettino.
Anche nell’assumere come propria, quella che tale non è, l’assonanza tra cimitero e condominio, avanzata nei giorni scorsi da F.M. Grasso, non vi sono dubbi residui circa i termini della questione, tanto è chiaro il Codice Civile, a tacere della dottrina e della giurisprudenza sul tema, circa la definizione di quelle che sono le parti comuni di un edificio da assoggettare a manutenzione straordinaria posta a carico del proprietario della struttura (il Comune).
Su due aspetti siamo, comunque, d’accordo con F.M. Grasso:
  1. Che la Corte dei Conti debba essere interessata: sì, ma per individuare a chi debbano imputarsi le spese, tutt'altro che trascurabili, fin qui sostenute dal Comune per predisporre gli atti, inviare le lettere ai cittadini, dare pubblicità ai provvedimenti, prima adottati e, poi, revocati, anche tramite la predisposizione di apposite strutture.
  2. Che il corpo monumentale del cimitero ha bisogno di lavori, rimandati da anni nonostante i lauti proventi incassati dal Comune dalle concessioni cimiteriali di ogni sorta.

In ordine a quest’ultimo aspetto noi abbiamo le idee chiare ed attendiamo pazientemente la commissione per illustrare le nostre proposte.
Proposte che, peraltro, trovano riscontro nei provvedimenti amministrativi già adottati da molti altri comuni.

venerdì 2 marzo 2012

Solidarietà ai giornalisti licenziati


TV1 - La proprietà deve confrontarsi con le parti sociali
 
Partito Socialista, Associazioni Next e Democratici per Montevarchi, Gruppo consiliare Democratici e Progressisti tornano a chiedere la sospensione delle convenzioni con l’emittente televisiva.

Il Partito Socialista, le Associazioni Next e Democratici per Montevarchi, il Gruppo consiliare comunale Democratici e Progressisti, esprimono la loro solidarietà ai giornalisti licenziati dall’emittente televisiva TV1. Già da giorni era nota la situazione di crisi dell’azienda, così come era noto l’atteggiamento della proprietà non disponibile ad un confronto franco ed aperto in merito alla salvaguardia dei livelli occupazionali e della garanzia per i giornalisti.
A nulla è valso l’appello del presidente dell’Associazione regionale della Stampa Paolo Ciampi che invitava le istituzioni locali ad attivarsi. Apprezzabili ma poco efficaci e di maniera, le dimostrazioni di solidarietà espresse da esponenti politici locali e regionali. Riteniamo dunque giusto rilanciare la proposta che il Gruppo consiliare comunale Democratici e Progressisti ha avanzato nella seduta del Consiglio comunale del 29 febbraio chiedendo al sindaco Grasso e agli altri sindaci del Valdarno di valutare la possibilità di sospendere l’efficacia delle convenzioni in essere con l’emittente TV1.
Siamo convinti che TV1 sia un valore per il nostro territorio ma siamo altresì convinti che la proprietà non possa, arrogantemente, rifiutare il confronto con le parti sociali e la comunità intera, dissipando peraltro quel patrimonio di professionalità, conoscenza ed esperienza costituito dai giornalisti licenziati.

lunedì 20 febbraio 2012

Il cimitero non è un BANCOMAT!

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.


Stanno arrivando, in questi giorni, nelle case dei montevarchini, le lettere con le quali l’Amministrazione comunale chiede “agli eredi o aventi causa” dei e sui loculi e gli ossarini situati nella parte storica del Cimitero del Capoluogo, di manifestare l’interesse a conservare le concessioni in essere di natura “perpetua”. Per conservare, appunto, tale concessione l’Amministrazione chiede il versamento di “quote” (448 euro per i loculi, 90 per gli ossarini) che dichiara di voler utilizzare per la ristrutturazione di quel settore del Cimitero. In assenza di adesione e versamento delle quote, il Comune intende rientrare in possesso dei singoli spazi per rivenderli successivamente.

A nostro avviso, sull’intera procedura attivata dall’Amministrazione pesa più di un dubbio di legittimità. Non è possibile, ad esempio, calcolare i costi della ristrutturazione, così come previsto dalle delibere n. 255 del 24/11/2011 e n. 13 del 19/01/2012, su un progetto preliminare (D.G.C. n. 284/2007 e n. 242/2011). Se, per ipotesi, il progetto costasse meno, l’Amministrazione restituirebbe ai cittadini parte della quota richiesta? E se tra quote dei cittadini e rivendita dei loculi recuperati l’Amministrazione non raggiungesse la somma necessaria procederebbe a richiedere ulteriori contributi?  Non è legittimo, a nostro avviso, gravare su loculi e ossarini perpetui costi diversi da quelli della pura manutenzione della propria lapide o del proprio spazio. Altri dubbi sorgono quando si legge nel Bilancio preventivo del Comune che i proventi derivanti dalla vendita dei loculi dovrebbero servire a finanziare altre opere pubbliche o l’acquisto di immobili. Sono gli stessi loculi o altri? E quali altri? I loculi e il cimitero come bancomat?

I Gruppi consiliari Democratici e Progressisti e Prima Montevarchi hanno rivolto al Sindaco F.M. Grasso e alla Giunta comunale interrogazioni articolate, insieme alla richiesta di sospendere l’efficacia delle delibere in attesa di avere certezza sulla legittimità dell’operazione. Per  adesso non abbiamo nessuna risposta ufficiale. Abbiamo interpellato esperti di diritto amministrativo ed altri ne stiamo coinvolgendo. Cresce la sensazione che non ci siano le condizioni giuridiche per fare ciò che l’Amministrazione sta facendo.

Nei prossimi giorni recapiteremo al Sindaco pareri ben diversi da quello allegato alle delibere e che non sembra tener conto della giurisprudenza in merito. Se sarà necessario proporremo il ricorso al Tribunale Amministrativo della Toscana per tutelare i cittadini.

Ai Gruppi consiliari e ai partiti tutti, rivolgiamo l’invito ad adoprarsi per avere chiarezza e certezza giuridica sull’azione del Comune. E rivolgiamo loro anche l’invito a valutare l’opportunità, in questa difficile congiuntura economica, di togliere dalle tasche delle famiglie di Montevarchi quel milione di euro previsto. Dopo, peraltro, aver portato a livelli altissimi, i più alti del Valdarno, le tariffe cimiteriale. Se, oggi, è difficile in generale vivere, a Montevarchi risulta proibitivo anche morire.

Ai cittadini ricordiamo che il termine ultimo previsto dall’Amministrazione per manifestare le proprie intenzioni è il 3 Aprile 2012. Hanno, dunque, ancora tempo per decidere cosa fare e non è necessario procedere al pagamento immediato degli importi indicati e richiesti.

Informeremo tempestivamente la cittadinanza degli sviluppi del lavoro che abbiamo iniziato in merito alla legittimità delle delibere.